martedì, ottobre 29, 2002

 
Sigari, annunci



Scrivo con gli occhi leggermente socchiusi e in una nuvola di fumo: il fatto è che ho finito le sigarette e mi sono abbandonato in poltrona con in mano un fantastico King Edward, sigaro americano leggermente ammantato di vaniglia.

Da un po' non mi concedevo il piacere di un bel sigaro; l'ultimo, credo, era stato un meraviglioso Coimbra, festeggiando la promozione in serie B della mia amata Unione Triestina. Che - sia detto tra parentesi altrimenti la Tiggi insiste a dire che sto diventando monomaniaco - sta riempiendo di soddisfazione i miei viaggi in quel di Trieste, con un gioco spettacolare tra le mura di casa. Sabato sembravamo il Real Madrid, con la differenza che Fava e Baù la buttano dentro e il Pelato Grasso mica tanto.

Dicevo del sigaro e pensavo ai blog. Paragone immediato: come un sigaro, un blog a volte si assopisce, sembra spegnersi, ma un paio di tirate e via - son di nuovo fuoco e fiamme. Ricordo con tenerezza gli anziani delle mie "frasche", che entravano in osteria con il sigaro in tasca e senza accendino - tac, due tiri e una soffiata e via con la briscola e qualche porcone sul tavolo di legno. Sto invecchiando, mi dominano i ricordi e mi vien la malinconia.

Per rallegrarmi un po', apro il "Mercatino" (versione giuliana di Secondamano, per chi frequenta) e trascrivo alcuni dei messaggi più sensazionali fra quelli presentati in "Annunci matrimoniali":

- "Sei anche tu sola come me. Scrivimi, ho 68 anni e voglio farmi una famiglia" - in effetti, direi che è ora

- "Umile comune mortale 58enne, positivo, alto 170-175, sportivo, dà il suo regno per una battuta" - errori grammaticali a parte, questo non sa quanto è alto, ed è da ritenersi positivo all'antidoping per assunzione di cannabis, con ogni probabilità

- "Miliardario cerca signora o signorina per instaurare rapporto di simpatica amicizia - senza commento

- "43enne celibe, ragazzo di bella presenza, alto, magro, occhi verdi, con casa propria, cerca ragazza snella per matrimonio" - "ragazzo"? "RAGAZZO?"

venerdì, ottobre 25, 2002

 
Esami, idee, novità

Tutto sereno, tutto tranquillo.

A parte una piccola serie di malesseri fisici, che mi hanno trascinato per la seconda volta in ventisei anni da un dottore. Malessere che riassumerei efficacemente in una banale descrizione: da qualche giorno, siedo a tavola con l'intenzione (e la fame) di sbranare un cinghiale, e dopo due forchettate di qualunque cosa ho l'impressione di aver inghiottito una coscia di brontosauro in salmì. Nausea, fine del pasto.

Non è bello. Ancora meno bello è che mi tocchi fare esame del sangue e delle urine.

E, se possibile, ancora meno bello che, nelle istruzioni allegate al vasetto per la raccolta del liquido (rigorosamente dotato di "tappo con chiusura ermetica", grazie al Cielo) venga suggerito: "Non utilizzare in caso di lacerazione del contenitore". Voglio dire, immagino sia per questo motivo che non possa essere utilizzato un semplice imbuto.

Cade a fagiolo, direi, la foto scattata a Madrid che segue, e su cui consiglio di cliccare per una visione più dettagliata. E' la dimostrazione che il triestino si espande e conquista nuove frontiere linguistiche.


Giardini pubblici - Madrid



P.S. Siete pregati di ringraziarmi tutti: dopo le recenti performance di Morandi e delle Iene, in mutande e meno per accalappiare indici di ascolto, ho meditato a lungo la produzione di una mia foto in mutande da postare sul blog alla ricerca di una moltiplicazione dei contatti. Fortunatamente, per i motivi sopra citati non tocco alcool da una settimana, e questa ha garantito la mancata realizzazione del progetto.

Novita: segnalo nuovi amici linkati, ovviamente da visitare, e segnalo altresì la nascita di un blog in italiano di Giorgia, raggiungibile qui. Sono - forse - terminate le mie corse al Collins e, quasi di conseguenza, le visite dall'analista.

mercoledì, ottobre 16, 2002

 
Marketing?

So che qualcuno non ci crederà, ma su http://www.catholicshopper.com/products/inspirational_sport_statues.html (non metto il link in chiaro apposta, fate pure copia-incolla) qualcuno vende statuette di questo genere a una ventina di dollari. ("are the perfect gift for every young Catholic athlete")







Ora, sarò retrogrado e/o reazionario, ma quali sviluppi si possono immaginare? Così al volo (ma vi prego di aggiungerne altri) me ne vengono in mente un paio:

* statuetta della Dea Kalì che tenta di parare un calcio di rigore

* Maometto che scala una montagna (quando i proverbi si ritraggono in 3d)

* Mosè pescatore


domenica, ottobre 13, 2002

 
Trieste

Da un lato, solida roccia è ricoperta dal sommaco che incendia il nostro autunno.

Dall'altro, il mare è punteggiato dalle duemila vele bianche delle Barcolana, gonfiate dal mio vento, sospinte da passione e amore per il mare.

Sono virgole bianche poste a punteggiatura della frase azzurra dell'Adriatico, e si perdono nello sfumare di una rima ben riuscita con il cielo.

Oggi, la mia città è tutta in queste poche parole.

martedì, ottobre 08, 2002

 
Maria Antonietta, Kurzweil e Zweig

Scrivere la recensione di un libro non ancora terminato è decisamente pericoloso e, nella maggior parte dei casi, porta almeno un po' di sfiga. Come minimo, nelle pagine immediatamente successive è in attesa una piccola delusione. Ma ... tant'è! (come ama affermare una collega)... e poi un blog è anche vita quotidiana ed i miei momenti di relax sono assolutamente dominati da Kurzweil e dal suo "L'orologio di Maria Antonietta"

Ho amato con feroce passione la "Scatola dell'inventore", e mi sto innnamorando anche dell'ultimo nato. Alexander, protagonista del romanzo, entra nel cuore con passi felpati ed una penna in mano: quella con cui annota, su una sorta di blocco note colto che porta legato alla cintola, quello che vede, sente, ammira, percepisce, vive. Ed io, piccolo malato di "Bloco de Notas" e mille fogli sparsi nelle tasche, io che annaspo privo di ossigeno se troppo lontano da una biro e da un po' di carta, io che scrivo queste note comodamente adagiato sul sedile del 27, dalla parti del Palazzo di Giustizia, mi ci rispecchio come in una pozza. Vale a dire un bel po'.

Kurzweil mi stimola intellettualmente, mi divora di curiosità del sapere. Voglio dire, quando uno dei personaggi minori del romanzo descrive un disegno di Jacques-Louis David in cui Maria Antonietta è ritratta, diretta al patibolo, "forte, fiera, spavalda, con quelle incredibili tette", mi coglie un desiderio spasmodico di vederlo. Non ci posso fare nulla. E grazie al cielo e al Uebbe, finisci anche per ritrovarlo:





A descrizione del disegno, la seguente frase di Stefan Zweig:

"All' angolo di Rue Saint-Honoré, dove si trova il Caffè della Reggenza, c'è un uomo che attende con la matita pronta e un foglio di carta in mano. E' Louis David, uno dei piu' grandi artisti del suo tempo. Benche' sia un'anima servile e un cuore codardo, quest' uomo ha un occhio incomparabile, una mano infallibile. Con una sola linea egli ha fissato in modo imperituro sul quel semplice foglio il volto della regina avviata al patibolo: e' uno schizzo grandioso e orrendo, attinto con indicibile energia direttamente alla vita. Vediamo una donna invecchiata, non piu' bella, solo ancora superba: ha la bocca alteramente serrata come per un grido rivolto all' interno, lo sguardo indifferente e lontano, e siede su quella carretta infame, con le mani legate sul dorso, tanto eretta e baldanzosa, che la si direbbe seduta su un trono. Ogni linea del volto impenetrabile esprime disprezzo, il tronco proteso riafferma un' incrollabile fermezza; la rassegnazione che si e' trasformata in sfida, la sofferenza che e' divenuta energia, conferiscono alla dolorosa figura una nuova e terribile maesta'. Persino l'odio non puo', in quello schizzo, rinnegare la nobilta' con cui Maria Antonietta nel suo grandioso atteggiamento ha superato l'onta dell' infame veicolo"


Ora, qualcuno si starà chiedendo chi fosse Stefan Zweig. A me, nella infinita ignoranza che mi contraddistingue, qualcosina diceva. Indago un po' e, grazie all'ottimo sito di Giuseppe (http://www.geocities.com/Athens/3221/zweigbiografia.html - ne vale davvero la pena!) lo scopro autore di una "Novella degli scacchi", da me addocchiato più volte in libreria (nota mentale: prossimo acquisto) e per questo annotato su uno dei miei taccuini di cui sopra. Come dire, il cerchio si chiude.

Adoro la Rete, quando chiudo queste mie piccoli indagini...


venerdì, ottobre 04, 2002

 
Casalingo

Mi chiedevo, ma è così difficile per tutti?

Io vivo da solo, e come ogni venerdì sera ammiro il disastro che sono riuscito a combinare in soli cinque giorni.

Voglio dire, prendo un bloc-notes e - che non mi si dica che sono privo di volontà - annoto quanto necessario fare domani mattina. Cito a caso:

- buttare la carta
- buttare la plastica
- buttare la pattumiera (dopo averla accoltellata)
- rimuovere segni di dentifricio dal rubinetto del bagno
- attaccare con una salva di mortaio le incrostazioni sulla padella di... ehm... ieri
- decidersi ad acquistare cornici per la prima pagina del Piccolo del 10 giugno, per il poster comprato in Spagna tre settimane fa e per l'ultimo puzzle completato (dalla Tiggi, peraltro)
- aprire la posta di questo mese
- sistemare cd musicali e non che si affollano sulla scrivania
- interrompere l'accoppiamento di quei due formaggi e gettarli via

eccetera. Insomma, sveglia alle 8.

Ma siamo tutti così disastrosi, o sono solo io? Qualcun'altro al mondo pianifica l'utilizzo delle padelle e delle pentole, utilizzando di lunedì quelle più larghe e via via tutte le altre, rendendo più facile l'impilamento nel lavandino?

Restate spesso senza carta igienica, nel bagno? Il portascottex è sempre così desolantemente vuoto?

Avete un cicalino che vi segnali quando è ora di svuotare quel meraviglioso portacenere capace di contenere i mozziconi di tutta una metropoli turca?

giovedì, ottobre 03, 2002

 
Terapie

Se è vero, come si dice, che a causa delle e-mail non si utilizza più la corrispondenza tradizionale, dovrebbe essere sepolta per sempre la pubblicità nelle caselle dei nostri condomini. Dominerebbe lo spam.

Tempo fa, invece, mi è stata recapitata (tra bollette, affitto, oboli vari) una magnifica copia di "Bottega verde". Come abbiano ottenuto l'indirizzo, lo ignoro. Ma li ringrazio, perchè la crescita culturale che ha prodotto resterà viva a lungo nella mia anima.

Come ho potuto vivere senza "Fanghi naturali del Mar Morto" (grattatina scaramantica, en passant), offerta a cinque euro per 100 ricchissimi ml?

E contro le adiposità localizzate, perchè non approfittare della "Terapia d'urto" (giuro, si chiama così), a base di caffeina, carnitina, centella asiatica?

Come rinunciare ad "esfoliare (!) le pati più ruvide della pianta del piede, con un peeling delicato (...) grazie alla presenza di cera d'api e olio di nocciolo di albicocca". Sottolineano che vale anche per calli e duroni.

Contro "pancia gonfia ed eccesso di gas nell'apparato digerente", sconsigliano una sana scorreggia e insistono sul carbone dolce, 40 compresse a 12.556 lire.

martedì, ottobre 01, 2002

 
Hopper "Hotel Room" e ricordi

A Madrid ho comprato un poster. Per la precisione, l'ho acquistato al museo Thyssen - Bornemisza, ed è un quadro di Hopper, del 1931, intitolato "Hotel Room". Questo:


Hopper - Hotel Room


Il fatto che l'abbia comprato, ovviamente, non vuol dire che l'abbia già appeso. Tradizionalmente, tra l'acquisto e la martellata sul pollice passano quei sette-otto mesi.

Oggi, però, lo guardavo. E mi ha ricordato un raccontino scritto, credo, almeno sette anni fa. Mi era piaciuto un sacco, davvero. E lo trovo molto adatto a quella pittura.

Naturalmente, oggi lo scriverei in maniera radicalmente diversa, anche dal punto di vista stilistico. Ma il post di oggi vuole anche essere un piccolo omaggio a quell'Alfonso, eccheccazzo, quindi l'ho trascritto esattamente com'è in due piccoli fogli a quadretti blu.

Attesa

"Distesa sul letto di una camera d'albergo, poggia il capo su di un cuscino, con un telefono appoggiato sul grembo; su di un comodino, due elenchi del telefono pesantemente segnati da sottolineature rosse.

Alza la cornetta e, dopo aver consultato un pagina dell'elenco, compone un numero. Occupato. Riprova. E' libero.

"Pronto?"
"Pronto, buona sera, lei non mi conosce, le vorrei raccontare una storia, una storia bellissima, ma sono sola e ho bisogno di parlare, la prego non riattacchi".
"Grazie, signorina, ma non abbiamo bisogno di nulla, buona serata"
"no aspetti, mi ascol..." CLIC

Una sottolineatura rossa, poi un'altra pagina, a caso, un numero.
Libero.

"Pronto?"
"Pronto, buona sera, lei non mi conosce, le vorrei raccontare una storia, una storia bellissima, ma sono sola e ho bisogno di parlare, la prego non riattacchi".
"Basta! Si vergogni: una voce adulta, e ancora a giocare con il telefono" CLIC

In quella camera d'albergo c'è la l'immagine della solitudine, della tristezza, della disperazione, e della bellezza di un racconto che nessuno vuole ascoltare. C'è il desiderio di "contare" e "cantare", la voglia di raccontare ed il desiderio di un minimo di attenzione.
E c'è la sicurezza che una persona capace di starle accanto debba esistere, da qualche parte.

"Pronto?"
"Pronto, buona sera, lei non mi conosce, le vorrei raccontare una storia, una storia bellissima, ma sono sola e ho bisogno di parlare, la prego non riattacchi".
"No, perchè dovrei, anzi, vieni qui a casa mia a parlare che..." CLIC

Questa volta, e tante altre ancora, è lei a riattaccare. Non cerca questo. Cerca una persona accanto.
A volte, la sera, prova a immaginarlo; non fisicamente, naturalmente, ne immagina atteggiamenti, respiri, comportamenti.

"Pronto?"
"Pronto, buona sera, lei non mi conosce, le vorrei raccontare una storia, una storia bellissima, ma sono sola e ho bisogno di parlare, la prego non riattacchi".
CLIC

Una sottolineatura rossa."


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