martedì, gennaio 31, 2006
Nasconditi
Tz. Questo è uno scherzo. Solo in una delle tre immagini che seguono non mi sono davvero nascosto come un cretino, avendo cura di posizionare Nikon e cavalletto e di riuscire a non entrare nell'inquadratura. Indovinare quale sia questa immagine, andandoci piano perchè non ho l'autostima al massimo.
Tz. Questo è uno scherzo. Solo in una delle tre immagini che seguono non mi sono davvero nascosto come un cretino, avendo cura di posizionare Nikon e cavalletto e di riuscire a non entrare nell'inquadratura. Indovinare quale sia questa immagine, andandoci piano perchè non ho l'autostima al massimo.
lunedì, gennaio 30, 2006
Photoblog
Mentre risistemo il materiale iconografico dell'ultima settimana, passata felicemente in ferie a casetta mia, mi decido dopo lunghi tentennamenti ad aprire un Photoblog
Contenuto grafico di bassissimo profilo ma è così che lo volevo (aggiungerei che mi sono appena dato prova di incapacità di sistemazione dei fogli di stile, e che ho contestualmente gettato la spugna)
Mentre risistemo il materiale iconografico dell'ultima settimana, passata felicemente in ferie a casetta mia, mi decido dopo lunghi tentennamenti ad aprire un Photoblog
Contenuto grafico di bassissimo profilo ma è così che lo volevo (aggiungerei che mi sono appena dato prova di incapacità di sistemazione dei fogli di stile, e che ho contestualmente gettato la spugna)
venerdì, gennaio 27, 2006
Luddismo
La settimana di ferie mi ha, prevedibilmente, costretto ad un ricalcolo dei punti Bruttavita; se voglio superare rapidamente la soglia dei 250 punti, dovrò recuperare un bel po' del tempo perduto.
E per iniziare, devo confessare che è stato propedeutico il martellamento a cui ho sottoposto la scheda interna di un modem. Per i 6 punti di oggi, infatti, la task era:
E per procedere alla distruzione, che cosa di meglio della riesumazione dei soldatini con cui giocavo decenni fa, ed un loro contributo? Soldatini che, peraltro, hanno risvegliato in me ricordi mai del tutto abbandonati, e che seguiranno a breve...
Si noti, nell'ultimo scatto, l'onore delle armi verso il nemico, capaci di impiegare la forza bruta mia e del babbo per quasi quaranta minuti...
Non posso linka', ma sentiti ringraziamenti a chi ha impiegato parte della sua serata a raccontarmi vita, morte e riferimenti dei feed, mondo sconosciuto. Come sempre, sono state ore belle, davvero.
La settimana di ferie mi ha, prevedibilmente, costretto ad un ricalcolo dei punti Bruttavita; se voglio superare rapidamente la soglia dei 250 punti, dovrò recuperare un bel po' del tempo perduto.
E per iniziare, devo confessare che è stato propedeutico il martellamento a cui ho sottoposto la scheda interna di un modem. Per i 6 punti di oggi, infatti, la task era:
E per procedere alla distruzione, che cosa di meglio della riesumazione dei soldatini con cui giocavo decenni fa, ed un loro contributo? Soldatini che, peraltro, hanno risvegliato in me ricordi mai del tutto abbandonati, e che seguiranno a breve...
Si noti, nell'ultimo scatto, l'onore delle armi verso il nemico, capaci di impiegare la forza bruta mia e del babbo per quasi quaranta minuti...
Non posso linka', ma sentiti ringraziamenti a chi ha impiegato parte della sua serata a raccontarmi vita, morte e riferimenti dei feed, mondo sconosciuto. Come sempre, sono state ore belle, davvero.
sabato, gennaio 21, 2006
Temperatura
Alzare la temperatura corporea? Mi sembra una splendida idea, capace di riportarmi a complicate pratiche adolescenziali nel tentativo di un estremo salvataggio la mattina di un compito in classe. Regolarmente vanificate, peraltro, da una seconda rilevazione che mi veniva imposta in presenza costante di uno dei genitori. Una sorta di regime coatto di semilibertà che mi privava della giusta necessità di espressione e creatività con lampadine incandescenti, sfregolii su panni preriscaldati, culi di gatti.
Un'idea talmente buona che mi getto entusiasta su Google e digito "alzare temperatura corporea". Esce questo, ed apprendo che:
Ci sono yoghi tibetani ed indiani in grado di sopravvivere a bassissime temperature, praticando alcune discipline, che consentono loro di controllare il calore del proprio corpo. Nel 1981 Herbert Benson, insieme ad un gruppo di scienziati della Scuola di medicina di Harvard, e su invito di Sua Santità il Dalai Lama, si recò in India per studiare questo fenomeno, facendo degli esperimenti con tre monaci buddisti tibetani. Furono piazzati dei rilevatori in alcune parti del corpo dei monaci; Benson constatò con stupore che essi erano in grado, mediante la meditazione, di alzare la temperatura delle dita delle mani e dei piedi, anche di 7°C. In altre zone della pelle furono registrati aumenti minori, mentre la temperatura corporea interna rimase inalterata.
Non si finisce mai di imparare: una tradizionale e ostinata lontananza da queste pratiche orientaleggianti mi aveva tenuto all'oscuro dell'esistenza di yoghi, che nella mia beata innocenza rievocava esclusivamente ricordi di ranger, cestini della merenda e un rompiballe di nome BuBu. Mi affascino e continuo a leggere:
Questa disciplina viene tenuta segreta dai lama, i quali la insegnano e non mancano mai di dichiarare che le informazioni in proposito, ottenute per sentito dire o attraverso la lettura, sono del tutto inutili se il soggetto non è stato personalmente istruito e allenato da un maestro che sia a sua volta un iniziato. A volte, il periodo d'allenamento e d'istruzione, viene concluso con una specie di esame. Durante una gelida notte invernale, i candidati che si sentono in grado di sopportare vittoriosamente la prova sono condotti sulla sponda di un fiume o di un lago. Se l'acqua del fiume è gelata si pratica un foro nel ghiaccio. L'ideale è una notte di luna con un forte vento. I neofiti siedono sulla terra con le gambe incrociate e nudi. Vengono immerse delle lenzuola nell'acqua gelida e ogni uomo se ne avvolge uno intorno al corpo. Appena il lenzuolo si è asciugato, lo si immerge di nuovo nell'acqua e lo si riavvolge intorno al corpo del novizio, finché si asciuga come prima.
E' che ho solo un giorno di tempo, maledizione; perchè l'idea di poter mettere in lavatrice la maglietta preferita e di asciugarla completamente in pochi minuti, magari mentre mi mangio i pistacchi davanti alla TV tenuta accesa con l'energia sprigionata dal mio alluce mi affascina.
Ma per chi va di fretta come me c'è qualcosa di più pratico, grazie al cielo:
E' una bevenda americana (...) dall'intuitivo nome di "Celsius" (e qui scattano i bigliettoni verdi per i creativi) che, tramite un innalzamento della temperatura corporea ed un conseguente miglioramento del metabolismo, consentirebbe di perdere 7 chili in pochi mesi senza modificare minimamente le proprie abitudini alimentari. Immagino migliori di molto anche la vita sociale: vuoi mettere la possibilità di intrallazzare gli amici ruttando a richiesta fiamme arancioni e blu?
Sto per precipitarmi alla ricerca della bottiglietta quando apprendo che si tratta di bevanda in vendita soltanto in quattro stati americani; e mentre nella mia mente si va formando una bucolica immagine di una notte in Alabama, con oscurità in una valle ed un villaggio che risuona di rutti, vampate e risate, scopro con sollievo che la grappa di ginepro produce identico risultato (flati dragheggianti a parte) e mi annoto sereno ulteriori 7 punti Bruttavita
Alzare la temperatura corporea? Mi sembra una splendida idea, capace di riportarmi a complicate pratiche adolescenziali nel tentativo di un estremo salvataggio la mattina di un compito in classe. Regolarmente vanificate, peraltro, da una seconda rilevazione che mi veniva imposta in presenza costante di uno dei genitori. Una sorta di regime coatto di semilibertà che mi privava della giusta necessità di espressione e creatività con lampadine incandescenti, sfregolii su panni preriscaldati, culi di gatti.
Un'idea talmente buona che mi getto entusiasta su Google e digito "alzare temperatura corporea". Esce questo, ed apprendo che:
Ci sono yoghi tibetani ed indiani in grado di sopravvivere a bassissime temperature, praticando alcune discipline, che consentono loro di controllare il calore del proprio corpo. Nel 1981 Herbert Benson, insieme ad un gruppo di scienziati della Scuola di medicina di Harvard, e su invito di Sua Santità il Dalai Lama, si recò in India per studiare questo fenomeno, facendo degli esperimenti con tre monaci buddisti tibetani. Furono piazzati dei rilevatori in alcune parti del corpo dei monaci; Benson constatò con stupore che essi erano in grado, mediante la meditazione, di alzare la temperatura delle dita delle mani e dei piedi, anche di 7°C. In altre zone della pelle furono registrati aumenti minori, mentre la temperatura corporea interna rimase inalterata.
Non si finisce mai di imparare: una tradizionale e ostinata lontananza da queste pratiche orientaleggianti mi aveva tenuto all'oscuro dell'esistenza di yoghi, che nella mia beata innocenza rievocava esclusivamente ricordi di ranger, cestini della merenda e un rompiballe di nome BuBu. Mi affascino e continuo a leggere:
Questa disciplina viene tenuta segreta dai lama, i quali la insegnano e non mancano mai di dichiarare che le informazioni in proposito, ottenute per sentito dire o attraverso la lettura, sono del tutto inutili se il soggetto non è stato personalmente istruito e allenato da un maestro che sia a sua volta un iniziato. A volte, il periodo d'allenamento e d'istruzione, viene concluso con una specie di esame. Durante una gelida notte invernale, i candidati che si sentono in grado di sopportare vittoriosamente la prova sono condotti sulla sponda di un fiume o di un lago. Se l'acqua del fiume è gelata si pratica un foro nel ghiaccio. L'ideale è una notte di luna con un forte vento. I neofiti siedono sulla terra con le gambe incrociate e nudi. Vengono immerse delle lenzuola nell'acqua gelida e ogni uomo se ne avvolge uno intorno al corpo. Appena il lenzuolo si è asciugato, lo si immerge di nuovo nell'acqua e lo si riavvolge intorno al corpo del novizio, finché si asciuga come prima.
E' che ho solo un giorno di tempo, maledizione; perchè l'idea di poter mettere in lavatrice la maglietta preferita e di asciugarla completamente in pochi minuti, magari mentre mi mangio i pistacchi davanti alla TV tenuta accesa con l'energia sprigionata dal mio alluce mi affascina.
Ma per chi va di fretta come me c'è qualcosa di più pratico, grazie al cielo:
E' una bevenda americana (...) dall'intuitivo nome di "Celsius" (e qui scattano i bigliettoni verdi per i creativi) che, tramite un innalzamento della temperatura corporea ed un conseguente miglioramento del metabolismo, consentirebbe di perdere 7 chili in pochi mesi senza modificare minimamente le proprie abitudini alimentari. Immagino migliori di molto anche la vita sociale: vuoi mettere la possibilità di intrallazzare gli amici ruttando a richiesta fiamme arancioni e blu?
Sto per precipitarmi alla ricerca della bottiglietta quando apprendo che si tratta di bevanda in vendita soltanto in quattro stati americani; e mentre nella mia mente si va formando una bucolica immagine di una notte in Alabama, con oscurità in una valle ed un villaggio che risuona di rutti, vampate e risate, scopro con sollievo che la grappa di ginepro produce identico risultato (flati dragheggianti a parte) e mi annoto sereno ulteriori 7 punti Bruttavita
domenica, gennaio 15, 2006
Viaggi
Oggi Bruttavita proponeva questo:
il che mi ha fatto immediatamente venire in mente una cosa. Per cui ecco il viaggio che farei.
La partenza è prevista da Milano Malpensa, dove mi aspetterebbe un comodo 767 (ma come? due motori per 10 ore e trenta di volo? Me ne aspettavo almeno otto, porcaccia eva) in partenza alle 10.30.
Naturalmente, passerei la sera precedente a bere caffè e a restare artificiosamente sveglio, in modo da garantirmi almeno sei ore di stato comatoso. A pochi minuti dall'atterraggio, mentre allaccio le cinture e scruto ansiosamente l'uscita di emergenza, allenandomi mentalmente alla vestizione del giubbotto-salvagente-paparella, apprendo da una hostess che l'ora locale segna le 11.00 AM, cosa che non cessa di stupirmi nonostante mi sia preparato alla teoria del fuso orario.
Da lì, dopo due ore di attesa, altro imbarco, altro volo, altro fuso, e sono a Salt Lake City; crollo di sonno sullo shuttle verso l'hotel e nanna vestito sulle lenzuola.
(sul viaggio in bus spendo poche parole, che sono le 23.37 e ho solo venti minuti per completare la task)
Tutti scendono, armati di macchine fotografiche. Naso in su, ad osservare Mount Rushmore, cone i quattro presidenti e la loro espressioni di gente che abbia dimenticato di prendere i medicinali. Io punto la stilo sulla schiena dell'autista, e dirotto il pulmann: si va a 17 miglia da qui (sa il caz a quanto corrisponda un miglio, compreso l'ultimo), ma quello che desidero vedere fin da quando ho messo il piede sul volo Delta Airlines è questo:
A 17 miglia dai quattro testoni, i capi Lakota hanno commissionato, nel 1948, la realizzazione della risposta indiana a quel monumento: 195 metri per 172, che dovrebbero rendere l'altro un brufolo di 18 metri per testa.
La foto descrive lo stato dei lavori nel 2004. Cioè, a 60 anni di distanza siamo al 20% del completamento: roba da far impallidire l'allargamento alla terza corsia della Salerno-Reggio Calabria.
Ma è proprio a leggerne, che ci si innamora di quel posto: un sogno folle, di sei decenni fa, che non ha mai (prevedibilmente) ottenuto una lira di finanziamento dal governo U.S.A. O meglio, una volta intuito - negli anni 80 - il potenziale turistico,l ci hanno anche provato. Ma gli è stato risposto che "dovessimo metterci 3 secoli, questo è il nostro monumento, non il vostro".
Rappresenterà, quando verrà terminata (e verrà terminata, senza dubbio), Cavallo Pazzo che guida i suoi Sioux nella battaglia di Little Big Horn.
E sarà così:
E' qui, verso questo sogno futuro condito di nostalgia e fierezza, che indirizzo il mio viaggio di fantasia.
Oggi Bruttavita proponeva questo:
il che mi ha fatto immediatamente venire in mente una cosa. Per cui ecco il viaggio che farei.
La partenza è prevista da Milano Malpensa, dove mi aspetterebbe un comodo 767 (ma come? due motori per 10 ore e trenta di volo? Me ne aspettavo almeno otto, porcaccia eva) in partenza alle 10.30.
Naturalmente, passerei la sera precedente a bere caffè e a restare artificiosamente sveglio, in modo da garantirmi almeno sei ore di stato comatoso. A pochi minuti dall'atterraggio, mentre allaccio le cinture e scruto ansiosamente l'uscita di emergenza, allenandomi mentalmente alla vestizione del giubbotto-salvagente-paparella, apprendo da una hostess che l'ora locale segna le 11.00 AM, cosa che non cessa di stupirmi nonostante mi sia preparato alla teoria del fuso orario.
Da lì, dopo due ore di attesa, altro imbarco, altro volo, altro fuso, e sono a Salt Lake City; crollo di sonno sullo shuttle verso l'hotel e nanna vestito sulle lenzuola.
(sul viaggio in bus spendo poche parole, che sono le 23.37 e ho solo venti minuti per completare la task)
Tutti scendono, armati di macchine fotografiche. Naso in su, ad osservare Mount Rushmore, cone i quattro presidenti e la loro espressioni di gente che abbia dimenticato di prendere i medicinali. Io punto la stilo sulla schiena dell'autista, e dirotto il pulmann: si va a 17 miglia da qui (sa il caz a quanto corrisponda un miglio, compreso l'ultimo), ma quello che desidero vedere fin da quando ho messo il piede sul volo Delta Airlines è questo:
A 17 miglia dai quattro testoni, i capi Lakota hanno commissionato, nel 1948, la realizzazione della risposta indiana a quel monumento: 195 metri per 172, che dovrebbero rendere l'altro un brufolo di 18 metri per testa.
La foto descrive lo stato dei lavori nel 2004. Cioè, a 60 anni di distanza siamo al 20% del completamento: roba da far impallidire l'allargamento alla terza corsia della Salerno-Reggio Calabria.
Ma è proprio a leggerne, che ci si innamora di quel posto: un sogno folle, di sei decenni fa, che non ha mai (prevedibilmente) ottenuto una lira di finanziamento dal governo U.S.A. O meglio, una volta intuito - negli anni 80 - il potenziale turistico,l ci hanno anche provato. Ma gli è stato risposto che "dovessimo metterci 3 secoli, questo è il nostro monumento, non il vostro".
Rappresenterà, quando verrà terminata (e verrà terminata, senza dubbio), Cavallo Pazzo che guida i suoi Sioux nella battaglia di Little Big Horn.
E sarà così:
E' qui, verso questo sogno futuro condito di nostalgia e fierezza, che indirizzo il mio viaggio di fantasia.
sabato, gennaio 14, 2006
Priorita'
Bruttavita di oggi intimava di tracciare un organigramma delle proprie priorità e di fotocopiarlo consegnandolo a tutti, in modo che tutti si sappiano regolare.
E' un esercizio terapeutico che consiglio:
Questa sera guardavo un po' immalinconito Messina-Palermo con il babbo: San Godeas con la maglia rosanero è una brutta immagine, sì. Quella sua andatura caratteristica e l'espressione concentrata, abbinata a una maglia che non è più quella dell'Unione, mi hanno dato un piccolo dolore al petto.
In fondo, meritava una ultima possibilità in serie A, ce lo hanno pure pagato bene, con la maglia ornata di alabarda ha sempre dato tutto e non gli si può rimproverare proprio nulla. Eh già, non esistono più le bandiere, pensa che bello se a Natale nevica, sono sparite le mezze stagioni, con l'euro è raddoppiato tutto e via dicendo.
La task di ieri proponeva di fondare una società che si occupasse di catering per i pic-nic familiari. Ho lanciato un S.O.S. che, come se fossi un Titanic, è stato poco ascoltato. Ma chi l'ha raccolto (grazie cara!) ha prodotto quanto segue, e io ho riso u bel po':
"Potrei suggerirti quanto segue:
Scorie di parmigiano reggiano
Pasta con le gondole voraci (nella busta di cefalon)
Frittura di crampi
Funghi traforati/intrufolati (avvolti nella carta spagnola)
Caciocavallo ammufficato
Pesche sciroccate
Granata di limone con panna
Cioccolata, anche se vengono le eruttazioni cutanee
Dolce con l'uva passera
Pasticceria mignot (nella carta all'uminio)
Caffè con una zolla di zucchero
Birra doppio smalto
Latte pazzamente scremato/parzialmente stremato/screpolato, e a lunga conversazione
Vino SANGUE DI GIUDA a temperatura abbiente
CAFFE' LATAZZA: dà al tuo dopo pasto un aroma inconfondibile!"
Ho ripiazzato on-line gli archivi perchè mi hanno scritto un paio di persone che cercavano le prime mission di Bruttavita (gente strana al mondo, eh?). Non durerà.
Bruttavita di oggi intimava di tracciare un organigramma delle proprie priorità e di fotocopiarlo consegnandolo a tutti, in modo che tutti si sappiano regolare.
E' un esercizio terapeutico che consiglio:
Questa sera guardavo un po' immalinconito Messina-Palermo con il babbo: San Godeas con la maglia rosanero è una brutta immagine, sì. Quella sua andatura caratteristica e l'espressione concentrata, abbinata a una maglia che non è più quella dell'Unione, mi hanno dato un piccolo dolore al petto.
In fondo, meritava una ultima possibilità in serie A, ce lo hanno pure pagato bene, con la maglia ornata di alabarda ha sempre dato tutto e non gli si può rimproverare proprio nulla. Eh già, non esistono più le bandiere, pensa che bello se a Natale nevica, sono sparite le mezze stagioni, con l'euro è raddoppiato tutto e via dicendo.
La task di ieri proponeva di fondare una società che si occupasse di catering per i pic-nic familiari. Ho lanciato un S.O.S. che, come se fossi un Titanic, è stato poco ascoltato. Ma chi l'ha raccolto (grazie cara!) ha prodotto quanto segue, e io ho riso u bel po':
"Potrei suggerirti quanto segue:
Scorie di parmigiano reggiano
Pasta con le gondole voraci (nella busta di cefalon)
Frittura di crampi
Funghi traforati/intrufolati (avvolti nella carta spagnola)
Caciocavallo ammufficato
Pesche sciroccate
Granata di limone con panna
Cioccolata, anche se vengono le eruttazioni cutanee
Dolce con l'uva passera
Pasticceria mignot (nella carta all'uminio)
Caffè con una zolla di zucchero
Birra doppio smalto
Latte pazzamente scremato/parzialmente stremato/screpolato, e a lunga conversazione
Vino SANGUE DI GIUDA a temperatura abbiente
CAFFE' LATAZZA: dà al tuo dopo pasto un aroma inconfondibile!"
Ho ripiazzato on-line gli archivi perchè mi hanno scritto un paio di persone che cercavano le prime mission di Bruttavita (gente strana al mondo, eh?). Non durerà.
martedì, gennaio 10, 2006
Moderna metropolitana milanese
Sono un felice utilizzatore dei mezzi pubblici. Provo persino affetto per un buon numero di tram o di autobus, e ad una serie di linee di superficie sono legati ricordi che mi assalgono ogni volta che incrocio lo sguardo con una arrancante 44, o con una 72 in zona Gambara.
Ma ogni amore conosce dei piccoli tradimenti, ed il più recente l'ATM lo ha consumato nella mia attuale porta di ingresso alla metropolitana, alla fermata di Turro. Sono spariti i cancelli di uscita "tipo-porticina-dei-nani", che avevano il difetto di rimbalzare indietro con la velocità di un F.15 ma che ti garantivano il sorriso dell'avventore successivo se ti fermavi un attimo, per tenerlo aperto dietro di te con la punta delle dita.
I nuovi, modernissimi cancelli di uscita sono composti da tre barre di uranio impoverito della lunghezza di mezzo metro, il peso specifico di una piattaforma petrolifera e lo stesso, identico principio della giostra del Saraceno. Se hai la fortuna di ritrovarti al seguito di una anziana carica di borse della spesa, nessun dramma. Un po' di attenzione e sei dall'altra parte.
Ma se sei di fretta perchè il GS ha la tendenza a chiudere alle 20 (e l'alternativa è leccare i ripiani del frigo per cena), ed hai la sfiga di seguire a ruota un nerboluto giovine metropolitano che scaraventa in avanti le barre di uranio alla velocità di Carl Lewis - beh, sei fottuto. In tre giorni ho contato due sgambetti (uno dei quali con caduta), dodici frenate improvvise ed un numero imprecisato di colorite espressioni, alcune delle quali alquanto irrispettose della divinità.
Ed in questo delirio da modernizzazione, in questa damnazio memoriae dell'antico aspetto delle MM, persistono macchine per l'emissioni di biglietti - targate 1978 - che accettano esclusivamente monete da 1 euro o da 50 centesimi, e che rifuggono ogni tipo di banconota.
Le spaccherei a randellate quasi ogni domenica, quando mi accorgo di essere senza biglietto un istante dopo aver infilato l'ultima monetina nel distributore automatico di sigarette.
Oggi ho fatto un sacco di pubblicità a Bruttavita, come da task odierno.
Qui piazzo una pubblicità fantastica, che dovrebbe convincere anche i più riottosi.
Sono un felice utilizzatore dei mezzi pubblici. Provo persino affetto per un buon numero di tram o di autobus, e ad una serie di linee di superficie sono legati ricordi che mi assalgono ogni volta che incrocio lo sguardo con una arrancante 44, o con una 72 in zona Gambara.
Ma ogni amore conosce dei piccoli tradimenti, ed il più recente l'ATM lo ha consumato nella mia attuale porta di ingresso alla metropolitana, alla fermata di Turro. Sono spariti i cancelli di uscita "tipo-porticina-dei-nani", che avevano il difetto di rimbalzare indietro con la velocità di un F.15 ma che ti garantivano il sorriso dell'avventore successivo se ti fermavi un attimo, per tenerlo aperto dietro di te con la punta delle dita.
I nuovi, modernissimi cancelli di uscita sono composti da tre barre di uranio impoverito della lunghezza di mezzo metro, il peso specifico di una piattaforma petrolifera e lo stesso, identico principio della giostra del Saraceno. Se hai la fortuna di ritrovarti al seguito di una anziana carica di borse della spesa, nessun dramma. Un po' di attenzione e sei dall'altra parte.
Ma se sei di fretta perchè il GS ha la tendenza a chiudere alle 20 (e l'alternativa è leccare i ripiani del frigo per cena), ed hai la sfiga di seguire a ruota un nerboluto giovine metropolitano che scaraventa in avanti le barre di uranio alla velocità di Carl Lewis - beh, sei fottuto. In tre giorni ho contato due sgambetti (uno dei quali con caduta), dodici frenate improvvise ed un numero imprecisato di colorite espressioni, alcune delle quali alquanto irrispettose della divinità.
Ed in questo delirio da modernizzazione, in questa damnazio memoriae dell'antico aspetto delle MM, persistono macchine per l'emissioni di biglietti - targate 1978 - che accettano esclusivamente monete da 1 euro o da 50 centesimi, e che rifuggono ogni tipo di banconota.
Le spaccherei a randellate quasi ogni domenica, quando mi accorgo di essere senza biglietto un istante dopo aver infilato l'ultima monetina nel distributore automatico di sigarette.
Oggi ho fatto un sacco di pubblicità a Bruttavita, come da task odierno.
Qui piazzo una pubblicità fantastica, che dovrebbe convincere anche i più riottosi.
lunedì, gennaio 09, 2006
Ricetta per un perfetto mona da giardino
Ingredienti:
- un perfetto mona
- una agenda che ti consigli, il 9 gennaio, di creare un ecosistema perfetto
- un vivaio
Si prenda il perfetto mona e lo si ponga davanti all'agenda bella. Si abbia cura di aprire la suddetta alla pagine del 9 gennaio.
Lo si osservi mentre esce di casa, si reca in un negozio specializzato ed acquista questo:
Lo si segua mentre rientra a casa, ed il suo sorriso si spegne metro dopo metro lasciando spazio ad una espressione esterefatta ("Che cosa diamine ho comprato?")
Lo si guardi sospirare mentre, complice Excel, cerca di calcolare quanti semini debba piantare, considerando che per 40 mq ne occorrono due chili e che lui ha a disposizione 18 cm quadrati.
Dopo la semina, fissatelo attentamente, mentre guarda attentamente la ciotola-vaso ed avverte un senso di vuoto, e si domanda che cosa manchi.
Guardatelo esplodere in un eureka archimedeo, ed osservare soddisfatto il risultato:
Avete appena completato un perfetto mona da giardino.
(e se va tutto bene fra 70 giorni dovrei avere sul tavolo una zolla di perfetto prato inglese. A qualcuno servono due chili meno un cucchiaino da the di sementi?)
Ingredienti:
- un perfetto mona
- una agenda che ti consigli, il 9 gennaio, di creare un ecosistema perfetto
- un vivaio
Si prenda il perfetto mona e lo si ponga davanti all'agenda bella. Si abbia cura di aprire la suddetta alla pagine del 9 gennaio.
Lo si osservi mentre esce di casa, si reca in un negozio specializzato ed acquista questo:
Lo si segua mentre rientra a casa, ed il suo sorriso si spegne metro dopo metro lasciando spazio ad una espressione esterefatta ("Che cosa diamine ho comprato?")
Lo si guardi sospirare mentre, complice Excel, cerca di calcolare quanti semini debba piantare, considerando che per 40 mq ne occorrono due chili e che lui ha a disposizione 18 cm quadrati.
Dopo la semina, fissatelo attentamente, mentre guarda attentamente la ciotola-vaso ed avverte un senso di vuoto, e si domanda che cosa manchi.
Guardatelo esplodere in un eureka archimedeo, ed osservare soddisfatto il risultato:
Avete appena completato un perfetto mona da giardino.
(e se va tutto bene fra 70 giorni dovrei avere sul tavolo una zolla di perfetto prato inglese. A qualcuno servono due chili meno un cucchiaino da the di sementi?)
domenica, gennaio 08, 2006
Cosa inutile
La Bruttavita oggi propone questo:
e io, spendendo la miseria di 50 centesimi in uno di quei negozi tipo "Tutto a mille lire", guadagno sette punti e una meravigliosa matita flessibile:
Per quale motivo o con quale utilità si dovrebbe poter disporre di una matita di 50 cm flessuosissima è domanda destinata a rimanere senza risposta.
Ne approfitto, come dicono quelli che chiedono un aiutino ai quiz tv, per salutare la mamma che fa gli anni e il babbo che mi ha prestato le mani che tengono la matita. Senza il vostro amore e supporto non sarei mai arrivato fino a qui, a fare il mona con una macchina fotografica.
La Bruttavita oggi propone questo:
e io, spendendo la miseria di 50 centesimi in uno di quei negozi tipo "Tutto a mille lire", guadagno sette punti e una meravigliosa matita flessibile:
Per quale motivo o con quale utilità si dovrebbe poter disporre di una matita di 50 cm flessuosissima è domanda destinata a rimanere senza risposta.
Ne approfitto, come dicono quelli che chiedono un aiutino ai quiz tv, per salutare la mamma che fa gli anni e il babbo che mi ha prestato le mani che tengono la matita. Senza il vostro amore e supporto non sarei mai arrivato fino a qui, a fare il mona con una macchina fotografica.
sabato, gennaio 07, 2006
D 70, museo
L'ho presa. E' qui. La sto accarezzando con lo sguardo in questo preciso momento.
E' una Nikon D70, nera, bella, dalle curve mozzafiato e una linea inconfondibile. E' mia, state lontani tutti. Tes-s-s-oro.
Oggi l'ho portata a spasso, e sono stato al Museo di Storia Naturale a fare qualche scatto in interni. All'uscita, una piacevole sorpresa: la brillante idea degli organizzatori di inserire a fine mostra un "albero dei desideri", su cui tutti i bambini (e gli imbecilli come me) possono lasciare un pensiero, un augurio, una speranza con foglietti e fili messi a disposizione.
Mi ci ero avvicinato con curiosità, me ne sono allontanato sorridendo un bel po'.
Mi ero perso 4 punti Bruttavita, ne guadagno 4 oggi con la scritta più piccola dell'anno.
L'ho presa. E' qui. La sto accarezzando con lo sguardo in questo preciso momento.
E' una Nikon D70, nera, bella, dalle curve mozzafiato e una linea inconfondibile. E' mia, state lontani tutti. Tes-s-s-oro.
Oggi l'ho portata a spasso, e sono stato al Museo di Storia Naturale a fare qualche scatto in interni. All'uscita, una piacevole sorpresa: la brillante idea degli organizzatori di inserire a fine mostra un "albero dei desideri", su cui tutti i bambini (e gli imbecilli come me) possono lasciare un pensiero, un augurio, una speranza con foglietti e fili messi a disposizione.
Mi ci ero avvicinato con curiosità, me ne sono allontanato sorridendo un bel po'.
Mi ero perso 4 punti Bruttavita, ne guadagno 4 oggi con la scritta più piccola dell'anno.
venerdì, gennaio 06, 2006
P.A.C.
Ci sono consigli che arrivano a tarda notte, e che ti costringono a riproggamare una giornata intera.
Ho passato la mattina al Padiglione di Arte Contemporanea, a visitare Artaud, Volti/Labirinti
Il bianconero di Man Ray è uno di quei ritratti che catturano vita, anima, personalità di un uomo. In quegli occhi che frugano dentro l'obiettivo e dentro se stesso, c'è tutto la complessità del regista, del poeta, dell'attore - in una parola dell'artista costruttivamente sovversivo che fu Antonin Artaud.
All'interno dello spazio espositivo - che raccoglie scritti, immagini, e che vede proiettate tutte le pellicole di cui fu protagonista - è stata ricostruita la stanza dell'ospedale psichiatrico in cui Artaud fu ripetutamente sottoposto a sedute di elettroshock.
Anche a distanza di qualche ora, non è una sensazione semplice da descrivere: da un corridoio nero, non troppo lungo ma che appare comunque quasi interminabile, si accede alla ricostruzione. La stimolazione dei sensi, a cui ti sei in qualche modo preparato in corridoio, è istantanea: lo sguardo si fissa sul lettino, sulle cinghie, sull'apparecchio. Nell'aria si avvertono rumori di scarica elettrica.
E l'odore. L'odore. Io non sono in grado di dire se sia suggestione, ma appena entri in quell'ambiente avverti chiaramente odore di ospadale, di medicinali, mista a terrore, a sofferenza, a paura. E non credo sia stata solo un'impressione mia: poco prima di allontanarmi - a larghe falcate - da quella ambientazione, ho fissato lo sguardo sugli altri visitatori e tutti, nessuno escluso, arricciavano il naso.
Si, sono tremate le vene dei polsi.
Ci sono consigli che arrivano a tarda notte, e che ti costringono a riproggamare una giornata intera.
Ho passato la mattina al Padiglione di Arte Contemporanea, a visitare Artaud, Volti/Labirinti
Il bianconero di Man Ray è uno di quei ritratti che catturano vita, anima, personalità di un uomo. In quegli occhi che frugano dentro l'obiettivo e dentro se stesso, c'è tutto la complessità del regista, del poeta, dell'attore - in una parola dell'artista costruttivamente sovversivo che fu Antonin Artaud.
All'interno dello spazio espositivo - che raccoglie scritti, immagini, e che vede proiettate tutte le pellicole di cui fu protagonista - è stata ricostruita la stanza dell'ospedale psichiatrico in cui Artaud fu ripetutamente sottoposto a sedute di elettroshock.
Anche a distanza di qualche ora, non è una sensazione semplice da descrivere: da un corridoio nero, non troppo lungo ma che appare comunque quasi interminabile, si accede alla ricostruzione. La stimolazione dei sensi, a cui ti sei in qualche modo preparato in corridoio, è istantanea: lo sguardo si fissa sul lettino, sulle cinghie, sull'apparecchio. Nell'aria si avvertono rumori di scarica elettrica.
E l'odore. L'odore. Io non sono in grado di dire se sia suggestione, ma appena entri in quell'ambiente avverti chiaramente odore di ospadale, di medicinali, mista a terrore, a sofferenza, a paura. E non credo sia stata solo un'impressione mia: poco prima di allontanarmi - a larghe falcate - da quella ambientazione, ho fissato lo sguardo sugli altri visitatori e tutti, nessuno escluso, arricciavano il naso.
Si, sono tremate le vene dei polsi.
giovedì, gennaio 05, 2006
Nonostante le pessimistiche previsioni di chi mi ha coinvolto, gioco pur'io:
regolamento: il primo giocatore di questo gioco inizia il suo messaggio con il titolo "cinque tue strane abitudini", e le persone che vengono invitate a scrivere un messaggio sul loro blog a proposito delle loro strane abitudini devono anche indicare chiaramente questo regolamento. Alla fine dovrete scegliere 5 nuove persone da indicare e linkare il loro blog o web journal. non dimenticate di lasciare un commento nel loro blog o journal che dice "sei stato scelto" (se accettano commenti) e ditegli di leggere il vostro.
Uno: Vivo da solo, ma tutte le sere rientro a casa e, aprendo la porta, esclamo entusiasta "Ciao a tutti"
Due: da tre anni acquisto esclusivamente accendini usa e getta rossi
Tre: aborro l'utilizzo di segnalibri limitandomi alla memorizzazione della pagina a cui sono approdato. E, come dice un caro amico, sfoglio i libri con le pinzette, mantenendoli in condizioni che ne permetterebbero la rivendita in Feltrinelli.
Quattro: Sfrego un piede (di pollo) sull'altro prima di addormentarmi
Cinque: Prima della partita allo stadio, subito dopo aver presop posto, passeggio lungo la balaustra in completa solitudine e fumo nervoso una sigaretta contando ripetutamente fino a undici (uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, undici, uno, due, tre etc etc)
E dopo questo outing estenuante, passo la palla a Silvia, Jo, Marte, Stef e Mina, accogliendo senza timore i loro insulti.
Bruttavita task: chiamare in radio e dedicare she's a maniac a Nelson il coniglio? Ecchecivuole?
regolamento: il primo giocatore di questo gioco inizia il suo messaggio con il titolo "cinque tue strane abitudini", e le persone che vengono invitate a scrivere un messaggio sul loro blog a proposito delle loro strane abitudini devono anche indicare chiaramente questo regolamento. Alla fine dovrete scegliere 5 nuove persone da indicare e linkare il loro blog o web journal. non dimenticate di lasciare un commento nel loro blog o journal che dice "sei stato scelto" (se accettano commenti) e ditegli di leggere il vostro.
Uno: Vivo da solo, ma tutte le sere rientro a casa e, aprendo la porta, esclamo entusiasta "Ciao a tutti"
Due: da tre anni acquisto esclusivamente accendini usa e getta rossi
Tre: aborro l'utilizzo di segnalibri limitandomi alla memorizzazione della pagina a cui sono approdato. E, come dice un caro amico, sfoglio i libri con le pinzette, mantenendoli in condizioni che ne permetterebbero la rivendita in Feltrinelli.
Quattro: Sfrego un piede (di pollo) sull'altro prima di addormentarmi
Cinque: Prima della partita allo stadio, subito dopo aver presop posto, passeggio lungo la balaustra in completa solitudine e fumo nervoso una sigaretta contando ripetutamente fino a undici (uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, undici, uno, due, tre etc etc)
E dopo questo outing estenuante, passo la palla a Silvia, Jo, Marte, Stef e Mina, accogliendo senza timore i loro insulti.
Bruttavita task: chiamare in radio e dedicare she's a maniac a Nelson il coniglio? Ecchecivuole?
mercoledì, gennaio 04, 2006
Dialogo surreale in Viale Monza
"Ciao, stiamo raccogliendo fondi per la ricerca contro il cancro . Puoi aiutarci con una offerta?"
"Ragazzi, mi spiace ma sono uscito solo con gli spiccioli per il distributore di sigarette"
"(...)"
"(...)"
"Vabbè, quando le hai prese ce ne offri una?" (risate)
Due miseri punticini per:
Ho pensato comunque che sarebbe stato carino rendere un po' agitate le prossime riunioni condominiali di due civici a caso, e di conseguenza:
(non serve la lente di ingrandimento, cliccando si allargano)
"Ciao, stiamo raccogliendo fondi per la ricerca contro il cancro . Puoi aiutarci con una offerta?"
"Ragazzi, mi spiace ma sono uscito solo con gli spiccioli per il distributore di sigarette"
"(...)"
"(...)"
"Vabbè, quando le hai prese ce ne offri una?" (risate)
Due miseri punticini per:
Ho pensato comunque che sarebbe stato carino rendere un po' agitate le prossime riunioni condominiali di due civici a caso, e di conseguenza:
(non serve la lente di ingrandimento, cliccando si allargano)
martedì, gennaio 03, 2006
Sto lottando con il sonno. Perchè io lo so che là fuori ci sono mandrie di bruttavitisti che bramano il mio titolo di eroe del giorno. Eccheccachio, no.
Già oggi avrei dovuto invertire i cartelli del bagno delle donne e di quelli degli uomini. E stavo anche per farlo, questa sera, in pizzeria, ma poi ho dato un'occhiata in sala e mi sono reso conto che ero l'unico cliente (vuota Milano oggi, si?). E, in fondo, Nicoula (si pronuncia così, Nicouula) non si meritava l'affronto, mi accoglie anche alle undici meno un quarto con un sorriso e un cartone per la pizza di asporto, e non risparmia sul prosciutto crudo.
E così mi sono fumato sei punti.
E allora sono qui, con la palpebra che accenna un vago movimento verso il basso, la gola che brucia (ma la cura a colpi di Marlboro e Cohiba pare dare qualche frutto), le membra stanche, ad aspettare indefesso la mezzanotte e zerouno per postare:
E mentre l'ora si avvicina, e le tv locali trasmettono signore discinte a 36mila euro al minuto, ed un amico cerca disperato chi lo accompagni al concerto dei Pooh, son qui che consiglio spassionatamente un giretto qui.
Ed eccomi qui, in 36 particolari:
Altri cinque punti che mi avvicinano al risultato prefisso.
Già oggi avrei dovuto invertire i cartelli del bagno delle donne e di quelli degli uomini. E stavo anche per farlo, questa sera, in pizzeria, ma poi ho dato un'occhiata in sala e mi sono reso conto che ero l'unico cliente (vuota Milano oggi, si?). E, in fondo, Nicoula (si pronuncia così, Nicouula) non si meritava l'affronto, mi accoglie anche alle undici meno un quarto con un sorriso e un cartone per la pizza di asporto, e non risparmia sul prosciutto crudo.
E così mi sono fumato sei punti.
E allora sono qui, con la palpebra che accenna un vago movimento verso il basso, la gola che brucia (ma la cura a colpi di Marlboro e Cohiba pare dare qualche frutto), le membra stanche, ad aspettare indefesso la mezzanotte e zerouno per postare:
E mentre l'ora si avvicina, e le tv locali trasmettono signore discinte a 36mila euro al minuto, ed un amico cerca disperato chi lo accompagni al concerto dei Pooh, son qui che consiglio spassionatamente un giretto qui.
Ed eccomi qui, in 36 particolari:
Altri cinque punti che mi avvicinano al risultato prefisso.
domenica, gennaio 01, 2006
Et voilà, i primi 7 punti
La pagina della mia Bruttavita suggerisce, ed io - senza tanto pensiero - colgo. La lista è ricca di riferimenti niente affatto casuali.
Fra gli SMS di auguri ricevuti oggi, si distingue e supera di una spanna tutti gli altri "Buon 1982! P.S. Scusa se riciclo i messaggi". Che, considerando i mille inoltri di sms di questi giorni, è geniale.
Buon 1982 a tutti.
La pagina della mia Bruttavita suggerisce, ed io - senza tanto pensiero - colgo. La lista è ricca di riferimenti niente affatto casuali.
Fra gli SMS di auguri ricevuti oggi, si distingue e supera di una spanna tutti gli altri "Buon 1982! P.S. Scusa se riciclo i messaggi". Che, considerando i mille inoltri di sms di questi giorni, è geniale.
Buon 1982 a tutti.