domenica, luglio 02, 2006

 
Hospital

Sono un paio di settimane che frequento un ospedale; ci vado a trovare la mamma, ed una serie di umanità curiose che fanno pensare.

C'è la vicina di letto che è sordomuta, e ha un bellissimo sorriso quando entro e quando vado via, e sillabo buongiorno; mi fa sentire a posto, mi imbarazzava non sapere bene come comunicare con lei, ma il linguaggio degli occhi è davvero universale.

E c'è il marito, che viene a trovarla e passa ore a chiacchierare silenziosamente, con il movimento delle dita, con la musica delle mani, con le labbra e senza voce.

E poi c'è una vecchina che mi ha visto mentre fumavo una sigaretta fuori con la camicia bianca, i pantaloni blu, e allora si è avvicinata e mi ha chiesto quando le davamo le medicine. E io a spiegare che non ero medico (non sono neanche "dottore"), e poi sono andato a cercare un'infermiera e non mi sono fermato fino a quando non mi ha riaccompagnato da lei.

C'è una donna che non ho visto: passa il martedì, fa la volontaria e porta in prestito i libri della biblioteca dell'istituto. Gira con un carrello ricolmo di storie e racconti, si ferma, fa due chiacchiere, e poi molla lì un libro, e mi piace pensare che sia una cosa bella, incontrare persone, chiacchierarci, provare a capire qualcosa e scegliere il libro giusto per ognuno. E' triestina, mi ha fatto piacere anche questo.

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