domenica, gennaio 15, 2006

 
Viaggi

Oggi Bruttavita proponeva questo:







il che mi ha fatto immediatamente venire in mente una cosa. Per cui ecco il viaggio che farei.

La partenza è prevista da Milano Malpensa, dove mi aspetterebbe un comodo 767 (ma come? due motori per 10 ore e trenta di volo? Me ne aspettavo almeno otto, porcaccia eva) in partenza alle 10.30.

Naturalmente, passerei la sera precedente a bere caffè e a restare artificiosamente sveglio, in modo da garantirmi almeno sei ore di stato comatoso. A pochi minuti dall'atterraggio, mentre allaccio le cinture e scruto ansiosamente l'uscita di emergenza, allenandomi mentalmente alla vestizione del giubbotto-salvagente-paparella, apprendo da una hostess che l'ora locale segna le 11.00 AM, cosa che non cessa di stupirmi nonostante mi sia preparato alla teoria del fuso orario.

Da lì, dopo due ore di attesa, altro imbarco, altro volo, altro fuso, e sono a Salt Lake City; crollo di sonno sullo shuttle verso l'hotel e nanna vestito sulle lenzuola.

(sul viaggio in bus spendo poche parole, che sono le 23.37 e ho solo venti minuti per completare la task)

Tutti scendono, armati di macchine fotografiche. Naso in su, ad osservare Mount Rushmore, cone i quattro presidenti e la loro espressioni di gente che abbia dimenticato di prendere i medicinali. Io punto la stilo sulla schiena dell'autista, e dirotto il pulmann: si va a 17 miglia da qui (sa il caz a quanto corrisponda un miglio, compreso l'ultimo), ma quello che desidero vedere fin da quando ho messo il piede sul volo Delta Airlines è questo:





A 17 miglia dai quattro testoni, i capi Lakota hanno commissionato, nel 1948, la realizzazione della risposta indiana a quel monumento: 195 metri per 172, che dovrebbero rendere l'altro un brufolo di 18 metri per testa.

La foto descrive lo stato dei lavori nel 2004. Cioè, a 60 anni di distanza siamo al 20% del completamento: roba da far impallidire l'allargamento alla terza corsia della Salerno-Reggio Calabria.

Ma è proprio a leggerne, che ci si innamora di quel posto: un sogno folle, di sei decenni fa, che non ha mai (prevedibilmente) ottenuto una lira di finanziamento dal governo U.S.A. O meglio, una volta intuito - negli anni 80 - il potenziale turistico,l ci hanno anche provato. Ma gli è stato risposto che "dovessimo metterci 3 secoli, questo è il nostro monumento, non il vostro".

Rappresenterà, quando verrà terminata (e verrà terminata, senza dubbio), Cavallo Pazzo che guida i suoi Sioux nella battaglia di Little Big Horn.

E sarà così:





E' qui, verso questo sogno futuro condito di nostalgia e fierezza, che indirizzo il mio viaggio di fantasia.

Comments:
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