venerdì, dicembre 30, 2005

 
Caffè

In un certo periodo della mia vita, mi procurava soddisfazione uscire dal supermercato sotto casa e controllare immediatamente sullo scontrino quanti punti spesamica avevo accumulato. Era una curioso sensazione da benestante, da uomo che può guardare il faccia il mondo ed è libero di esclamare "sì, anch'io un giorno potrò ricevere dal mio supermercato preziosi regali e vedere finalmente appagata la mia voglia latente di status symbol".

Poi, regolarmente l'uscita del catalogo dei premi spegne le ambizioni e ti costringe ad ammettere che - in fondo - i premi per il raggiungimento del fantastilione di punti si dividono in:

- cose utilissime, che quindi hai già (scolapasta, pentole, set di bicchieri)
- cose assolutamente inutili, che non ti serviranno mai (sedia da pic-nic con portabevanda incorporata - giuro! - elettrostimolatori della stessa dimensione di una caldaia condominiale etc)
- cose sfiziose di cui non avverti il bisogno, ma che nel pattume generale catturano la tua attenzione.

Ecco, sfinito dall'osservazione di un saldo punti che rendeva necessaria la stampa dello scontrino in formato A3, mi sono lasciato abbindolare, e ho prenotato una tecnologica macchinetta del caffè. Quelle che in teoria schiacci un pulsante ed esce il caffè. In teoria.

In realtà ha una check list iniziale assimilabile a quella cui è sottoposto un pilota di F-16. E poi, sarà che è nuova nuova, ma ha appena prodotto un decaffeinato che è la sintesi sublime di un pugno di fango del lido di Camaiore e guano di alligatore allungato.

Adesso vado: ho la moka sul gas.

Comments:
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