lunedì, settembre 27, 2004

 
Alba

E vai a letto un'altra sera, e ti senti solo, stanco e oppresso. Pensi a quello che è stato, che sarà, che non sarà. E ti rifugi nelle pagine sbiadite di un libro consumato dalla pressione di mille pupille, e cerchi la penna buona per metterti a scrivere, e riaccendi il portatile per sfogarti.

E poi cancelli tutto, e torni sotto le lenzuola più nero di prima.

E ti dimentichi un sacco di cose: ti dimentichi di mettere a posto in cucina, ti scordi la tazzina sul tavolo della sala, ti passa completamente di mente l'opportunità di far scendere le tapparelle, e stanco come sei - e come sarai - non avrai davvero difficoltà ad addormentarti.

E a svegliarti sono le prime luci dell'alba; che non sarà una palla infuocata sopra il mare, o la magia di un raggio di sole che filtra tra le cime del monti. Che, certo, alla fine è alba di città, di antenne paraboliche, tetti e balconi, e vita che rinasce. Ma alba è, e alba rimarrà, per tutto questa giornata in cui il cielo ha deciso di regalarti un accenno di sorriso.






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