martedì, giugno 01, 2004

 
Chi sei?


Ma tu lo sai, si?

Lo sai cosa sia svegliarsi la mattina, aprire gli occhi, sentirli spalancare per il bisogno che ho di qualcosa che non so definire?

Conosci gli sbalzi di umore, la necessità si stare soli od il sentirsi male per l'esserlo già, quei momenti in cui senti - senti - il sorriso spegnersi sul tuo viso, il respiro accorciarsi, le mani tremare un po'?

Sai di quel bastardo, fottutissimo momento in cui tutto ti appare di un colore così banalmente vicino al grigio, alle sue sfumature, e in cui riversi nelle poche cose che riesci a fare una importanza estrema, con un telefona che squilla e tu che no, non riesci a rispondere, che hai paura di comunicare? Quel momento in cui la gola ti brucia, ma non puoi evitare di attaccarti ad una sigaretta e a quattro tasti, e ti accorgi che è notte, e che probabilmente stai svegliando qualcuno, con il picchiare furioso che fai, come se servisse davvero a qualcosa.

E persino quell'attimo, quell'istante di panico purissimo, in mezzo a un fiume di gente che cammina, diretto a un approdo-libreria. Il senso di liberazione di qualche nota accennata alla radio, mentre trascini le gambe sotto le coperte e apri il notes alla pagina in cui ti sei fermato, e in cui hai scritto che non vuoi andare avanti così.

Alla fatica che fai a tracciare parole tra quelle righe leggere, nell'accorgerti che almeno lì ti devi riversare, lasciarti andare, e non hai più paura delle tue lacrime, dei singhiozzi che ti spaccano il cuore prima delle orecchie, che non vorresti tuoi e che ti servono così tanto, invece.

Tu sai, sì, di questo assurdo girovagare intorno al tuo ignoto, al non conosciuto che ti riguarda così tristemente da vicino?

E che poi, in fondo... ma in fondo, in fondo, in fondo, tu... tu chi sei?


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