lunedì, giugno 21, 2004

 
Cartelli

Nel 1942, Carl K. Lindley si stava ammazzando di lavoro nella costruzione della Alaska Highway. Nebbia mattutina, freddo che penetra tra i vestiti, terra dura come marmo d'Aurisina: se ci fermiamo un istante, e proviamo ad immaginare cosa potesse significare la costruzione di una strada in quelle condizioni, apparirà un filo più comprensibile il suo gesto.

Perchè Carl ad un certo punto si ferma, prende un chiodo più grosso degli altri, punta verso un albero, e appende un cartello con l'indicazione della città natale (Danville, Illinois) ed una "stima" dei chilometri di distanza. In pochi giorni, molti lo imitano.

Il 20 luglio 1990 Olen e Anita Walker di Bryan, Ohio, appendono il cartello n. 10.000. I cartelli diventano 37.450 nel 1997, e più di 42.000 nel 1999.

Ad oggi, la Sign Post Forest di Watson conta più di 50.000 cartelli, con un tasso di crescita annuo vicino alle 4000 unità...





Ho letto di questo posto su "Brum Brum" di Bettinelli, quello che si è sparato trecentomila chilometri in groppa ad una Vespa su tutti e cinque i continenti; mi ha incuriosito la notizia, ho cercato due foto sul web, ne ho scoperto la storia.

A distanza di giorni, più di un luogo diventato - temo fortemente - meta da espressione "ci son stato pure io", continua a commuovermi il pensiero di Carl, lontano da casa, chiesa e drugstore, intento a spaccare il tronco gelato di un albero per ricordare con la memoria e il gesto.

Un gesto in cui ritrovo tutta la rabbia e la tenerezza dell'emigrante.





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