lunedì, febbraio 02, 2004

 
Caffè, cucchiaini

Questa mattina mi è rimbalzata in mente un'immagine.

Ero al bar, con un piattino davanti che attendeva paziente il naturale ricongiungimento con la tazzina, impegnata a farsi riempire da liquido scuro-caldo-svegliante.

Mi sono ritrovato in un istante nel bar della stazione di Mestre. Parafrasando qualcuno, se credete che Venezia d'inverno sia triste, non avete mai visto il bar della stazione di Mestre in un gelido mattino invernale.

Illuminazione improbabile, bestemmie soffocate, odori criptati (nel senso medievale del termine), un hot-dog che abbaia, viaggiatori incazzati per aver perso la coincidenza, un ubriaco che intona rima discutibili, la cameriera con un sorriso agghiacciante, fumo stantio, passata grandezza (?), presente tristezza. La stazione di Mestre.

Con un Fenomeno dietro al bancone, però. Uno che prende nove ordinazioni diverse, si gira e riporta "tremacchiati-seineri-uncorrettocongrappa", pulisce un bicchiere, posiziona i piattini, stappa un succo, si gira, piglia le nove tazzine e le posiziona ESATTAMENTE davanti a chi lo aveva richiesto. Chi voleva il corretto si trova un corretto, chi si bea della schiuma lieve di un macchiato caldo se la ritrova di fronte. Un piccolo miracolo.

Ho vissuto settimane di stupore su 'sta cosa; poi un giorno ho preso il coraggio a due mani e ho chiesto come cazzo facesse a ricordarsi tutto così.

"Xe el trucco"

"Trucco"

"Te vedi? Quando ordinano, posiziono i piattini sul bancone. Cucchiaino a sinistra, caffè nero. Cucchiaino a destra, caffè macchiato. Cucchiaino a fianco al piattino, caffè corretto."

Ero ammirato.

"E se ti chiedono un decaffeinato macchiato con panna?"

"Quelli li guardo in faccia. Con astio. E me li ricordo".

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