mercoledì, gennaio 07, 2004

 
Lettera a Valla


Ti capisco, Valla...


Ciao Valla,

sai, ho fatto la figura dello stupido per te! Si, perchè quando ieri sera, al binario 4 della stazione di Mestre, ho notato su uno dei tabelloni che contengono gli orari la tua scritta, non ho potuto fare a meno di fotografarlo. E mi hanno guardato un po' straniti persino tre giapponesi che aveva appena immortalato il gabbiotto (chiuso) del bibitaro.

Ma ti capisco, sai, Valla, e quindi ti volevo salutare da qui. Tu sei come me. Al liceo, entravi furtivamente nei bagni dell'altro sesso per verificare se qualcuno avesse vergato sul muro "Valla ti desidero carnalmente". Non ne trovavi mai. E l'unico momento in cui, per strada, qualcuno si è girato a guardarti è stato quando sei scivolato su una cacca e hai urlato al cielo tutta la tua insoddisfazione. (sono o non sono un mago degli eufemismi, Valla?)

A noi chiedono il numero di cellulare, ma quello di un collega. O ci richiedono l'indirizzo mail, ma riceviamo promozioni sull'acquisto di pettini per calvi o, al limite, una proposta di pulizia del colon.

Tu tieni duro, Valla. Tieni duro anche per me, che adesso vado a indossare guanti, sciarpa e cappello ed esco a fumarmi una sigaretta. E a scrivere su un muro "Alfonso sei adorabile!".

Tuo,
Alfonso

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