lunedì, settembre 15, 2003

 
Londra!


Ci sono uccelli che nascono stanziali, ed altri che nascono migratori. Fossi nato con le piume, la mia appartenenza al primo gruppo sarebbe stata garantita. Non mi muovo mai troppo volentieri, accontentandomi dei due nidi che mi sono costruito e che, con emozioni diverse ma ugualmente forti, sento profondamente mia.

Capita però di viaggiare - non come migratori professionisti, certo - e di scoprire che altrove nel mondo ci sono boschi in cui nidificre, sentendosi un po' come a casa propria. Era successo l'anno scorso a Porto, Coimbra, Lisbona (conoscete il blog portoghese, vero?), è successo in questo fine settimana a Londra.

Mi facevo tenerezza da solo - uscito dalla metropolitana, a guardarmi attorno, stupito dalla bellezza delle case, rapito dall'immagine di quei due/tre gradini con un metro di giardino a separare l'abitazione dalla strada. O a bocca aperta davanti alle insegne di un pub carico di storia, o a passeggio fra le mille librerie di una città colta e accogliente, viva e memore delle sue tragedie.

Certo, non è che sia tutto perfetto: per un totale di cinque pasti si rischia di dover vendere un rene, e al terzo acquisto di un biglietto del metrò ho ricevuto la telefonata preoccupata del direttore della mia banca che si chiedeva se intendessi proseguire a lungo con quelle "spese pazze". Senza considerare che per l'acquisto di un pacchetto di sigarette ho dovuto cedere un cellulare usato poco, un braccialetto d'argento cui ero molto affezionato e una opzione per un week-end a Milano - a mie spese - per il proprietario della tabaccheria. Ma sono piccolezze.

Nella mente, resta soltanto la magia sottile, persuasiva e richiamante di una città che ho amato, anche se solo per poche ore.






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