lunedì, settembre 01, 2003

 
Amico friulano





Sai cosa mi fa incazzare, amico friulano? Sai cos'è che fa imbestialire questo triestino che, un mesetto fa, urlava con tutta la curva la soddisfazione di un gol in amichevole contro i cugini più ricchi della serie A? Sono sempre io, sai, quello delle battute sui friuliani cavernicoli e della esultanza ogni volta che qualcuno la butta dentro la vostra porta.

Ma mi fa incazzare, amico friulano, che tratteggino la tua nuova tragedia come un qualcosa di secondo piano. Si, perchè si sa, il friulano è laborioso, forte, coraggioso. Non lo hanno piegato le scosse terribile del '76, ha ricostruito in giugno quello che il terremoto di maggio aveva distrutto. Ed è andato giù tutto di nuovo a settembre.

Ma tu, amico friulano, hai ricreato tutto di nuovo. Più bello di prima, se possibile, ricacciando indietro le lacrime per quelli che non erano più qui e trasformando il tuo dolore in rabbia, e la rabbia in fatica, e la fatica in case, chiese, municipi, strade.

Ed è così che ti ringraziano: parlando di "maltempo", accennando ai due morti, tacendo di 400 case danneggiate, di sfollati, di cittadini salvati dal tetto delle case e di fango che raggiunge il terzo piano. E' il Friuli, e si sa, fra qualche mese sarà già tutto a posto, no?

Da qui, dalla città in cui lavoro e in cui rivendicavo con fermezza il diritto a farmi chiamare "giuliano", e non friulano, ti tendo la mano.

Con rispetto infinito.

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