domenica, luglio 27, 2003

 
8 donne e un mistero


Leggevo qualche mese fa un'intervista al buon Labranca; non ricordo su quale rivista si intervistavano una serie di personaggi sul "fenomeno blog" (orrenda espressione, tra l'altro, seconda sola al mai tramontato "quantunque").

Mi aveva fatto sorridere una sua affermazione secondo la quale, cito a memoria, scrivere su un blog di qualcosa che si è visto, letto, ascoltato corrisponde al desiderio di chiamare un amico dopo una serata al cinema per raccontare di quanto sia bello quel film.

Ecco, ieri sera ho visto questo





e adesso ho voglia di telefonare a tutti e raccontare quanto era bello. Siccome ho un blog, ne parlo qui (e risparmio, anche).

Onore a chi è stata capace di identificarlo e tirarlo giù dalla scaffale di un Blockbuster, in un momento in cui la mia disperazione mi ottenebrava i pensieri: con occhi pieni di lacrime osservavo sconcertato quante fossero le copie di Maial College già noleggiate. Fanno male, queste cose qua.

"8 donne e un mistero" è, tecnicamente, un musical - con canzoni ben distribuite sulla durata del film e testi in grado di colpire, sucitare un'emozione.

Ed è un musical giallo, con una trama tutta da seguire e otto personaggi femminili (*) umanamente rinchiusi dentro i rispettivi clichè, scena dopo scena. Scena dopo scena, o per meglio dire atto dopo atto, perchè la recitazione volutamente "impostata", l'ambientazione unica, lo stacco tipico fra gli eventi ne fa un'opera teatrale approdata magistralmente sullo schermo del televisore.
Anche per questo, sulla scena finale, con le protagoniste in fila mano nella mano, vien voglia di alzarsi, applaudire, lanciare una rosa e chiedere un bis.




(*) ma quanto è bella Emmanuelle Béart?

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