domenica, maggio 04, 2003

 
Jack, e pensieri dal mondo

Prendi questi due libri in mano. Ti incuriosiscono quella copertine cosi' diverse fra di loro, ti attrae irremediabilmente il poeta-galeotto-sognatore-incazzato Jack Folla.

Inizi a leggere, ed e' un po' come salire su un ring; tu, stretto alle corde da una serie di ganci al corpo (riflessioni) e diretti al volto (indignazioni), cerchi di respirare, di ottenere una tregua, un istante di pace. Ma non c'e' nulla da fare.

Jack Folla/Diego Cugia ti saltellano attorno, col colpi sempre piu' precisi diretti al plesso solare. Lo fanno con una micidiale combinazione di ricordi personali e ricordi comuni, in cui si mescolano rapporti con i familiari e sentire comune della gente, litigi tra le mura domestiche e stragi di Stato, amori lontani mai dimenticati e accuse feroci ai politicanti.

Ed io, che politicamente non concordo con Jack su nulla, scopro di non riuscire ad abbandonarlo. Anche per come sa mettere a nudo il mio modo di essere e pensare, per come rende anche la mia persona al centro del mirino.

Chiudi il libro, rifletti, e ti rendi conto che, invece di un libro sui blog, puoi finalmente leggere un libro che e' quasi un blog, con le colonne sonore dei post, la data, e tutto il resto.




Sul Venezia-Milano, oggi, c'erano due ragazzi arabi seduti in corridoio. Lei aveva il capo coperto dal velo, una digitale in mano on cui scattava fotografie del suo ragazo, ed un sorriso meraviglioso.




Se il blog e' un po' come la propria casa, il mio - forzatamente abbandonato per una settimana - ha bisogno delle pulizie di primavera.

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