venerdì, marzo 28, 2003
Sulla 90 - seconda parte
Non si fa in tempo a postare un'immagine simpatica della filovia n. 90, che nuovi e imprevisti sviluppi riconduco la situazione a quanto noto.
Location: Autobus 90, direzione Loreto, Milano
Ora: tarda
Protagonisti: due gruppi etnici riconoscibili da tratti fisici e verbali
Motivo del contendere: due scomodi seggiolini dell'autobus citato.
Ripensandoci adesso, e considerato che non e' finita a coltellate, risulta persino divertente: la rissa e' scoppiata quando due ragazzi maghrebini si sono catapultati giu' dall'autobus nella convinzione di aver gia' raggiunto la loro fermata.
Accortisi dell'errore, sono risaliti sul mezzo ATM, scoprendo immediatamente che i due posti da loro precedentemente occupati erano divenuti terra di conquista per due ragazzi dall'aria, e dalle voci, tipicamente slave.
E' seguito uno stupefacente dibattito in cui ognuno si esprimeva nella sua lingua madre, rendendo di fatto impossibile una risposta degli avversari. Il tutto in un crescendo di voci ed urla, che io mentalmente traducevo cosi':
(in arabo): Il posto era mio e lo gestisco io!
(in slavo): chi va a Roma perde la poltrona.
Non si fa in tempo a postare un'immagine simpatica della filovia n. 90, che nuovi e imprevisti sviluppi riconduco la situazione a quanto noto.
Location: Autobus 90, direzione Loreto, Milano
Ora: tarda
Protagonisti: due gruppi etnici riconoscibili da tratti fisici e verbali
Motivo del contendere: due scomodi seggiolini dell'autobus citato.
Ripensandoci adesso, e considerato che non e' finita a coltellate, risulta persino divertente: la rissa e' scoppiata quando due ragazzi maghrebini si sono catapultati giu' dall'autobus nella convinzione di aver gia' raggiunto la loro fermata.
Accortisi dell'errore, sono risaliti sul mezzo ATM, scoprendo immediatamente che i due posti da loro precedentemente occupati erano divenuti terra di conquista per due ragazzi dall'aria, e dalle voci, tipicamente slave.
E' seguito uno stupefacente dibattito in cui ognuno si esprimeva nella sua lingua madre, rendendo di fatto impossibile una risposta degli avversari. Il tutto in un crescendo di voci ed urla, che io mentalmente traducevo cosi':
(in arabo): Il posto era mio e lo gestisco io!
(in slavo): chi va a Roma perde la poltrona.
