lunedì, gennaio 06, 2003

 
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Sono poco presente sul blog, in questi giorni, ma moltissimo sul web: sto preparando un "dossier", che finirà naturalmente nella sezione consigli, su... eh no, non manca poi molto alla pubblicazione e non mi brucio la sorpresa. Diciamo solo che riguarda la storia e la mitologia medioevale.

Sul fronte letterario, è concluso il Covacich che campeggiava sullo "sto leggendo" e di cui consiglio il sito, www.maurocovacich.it. Mi piace.

E mi piace, nel suo assurdo divertimento un po' sballato, "E morì con un felafel in mano", di John Birmingham. Un racconto irresistibile di case abitate in regime di convivenza più simile ad una comune che a un multiaffitto da personaggi incredibili, improbabili, completamente al di fuori da ogni logica sociale "normale". Il che aprirebbe un bel dibattito su cosa sia normale e cosa no.


"Ci annoiavamo a morte.
Una sera eravamo in sei in questa grossa casa con il caminetto, appallati come non mai, a guardare la tele, ma come al solito non c'era nulla da vedere.
Qualcuno lanciò un fiammifero nel caminetto. Poco dopo qualcuno ci tirò una sigaretta e qualcun altro ci sputò. Un altro prese un bicchiere e ce lo lanciò. Poi fu la volta di un ferro da stiro. E fummo tutti colti da questo strano raptus e per cinque minuti continuammo a tirarci dentro qualsiasi cosa. Braccioli staccati dalle sedie, libri piatti, mobili vari. Quando qualcuno fece una mossa verso la TV tornammo di botto sul pianeta terra, dovemmo lottare con lui per riuscire a fermarlo e poi lo gettammo nel caminetto.
Non so proprio dirvi perchè sia successo."


oppure:


"Non avevamo un cesto per la biancheria, così comprammo un vecchio carrello per la spesa. Lo mettemmo in veranda e continuammo a metterci i panni da lavare per alcune settimane.

Ovviamente nessuno li lavò mai.

Poi ci andò a dormire sopra il gatto e per un altro anno rimase lì dove era. Alla fine portammo il carrello nel giardinetto sul retro, lo cospargemmo di alcool e gli appiccammo il fuoco."

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