martedì, novembre 05, 2002

 
Lettera





Dio, che bel sorriso che hai, Douglas. Un viso a metà fra un vicino di casa disponibile, l'amico prezioso che si ricorda la carta igienica in campeggio e l'inventore di mondi.

Ogni droga ha il suo spacciatore, no? La droga di questo mio periodo sono i tuoi libri, e nelle vesti affascinanti del pusher c'è la Tiggi, che si è fatta rapire dalla "Guida Galattica" e me l'ha presentata.

Sono seguiti quella meraviglia del "Ristorante al termine dell'universo" e, dai meandri capaci della libreria del fratellone, sono spuntati Dirk Gently e "La Vita, l'Universo e Tutto Quanto", in rarissima edizione Urania.

Il problema, ora, è che la saga della "Guida" è composta da cinque volumi - e non hanno mica ristampato gli ultimi due... ma come sai, la Rete a volte è meravigliosa, e qualcuno (di cui taccio volutamente il link per evitargli noie di qualche tipo - ma è a disposizione, per chi lo volesse avere via mail) ha pensato bene di inserire i PDF di molti tuoi libri. Così, occupata per una mezz'oretta la stampante di rete, ora ho anche "Addio, e grazie per tutto il pesce". E' lì, sul comodino, in attesa di essere centellinato.

Ho letto su qualche sito web che avresti inventato un genere, quello della "Fantascienza comica". Nel mio piccolo, mi accorgo che hai inventato un mondo, più che un genere. Un mondo meraviglioso in cui perdersi, sognare. Un mondo in cui...

"Il materasso sobobò, cioè fece quel rumore che fanno i materassi vivi quando sono profondamente commossi dal racconto di una tragedia vissuta in prima persona. Secondo il Dizionario Ultracompleto di Maximegalon di tutte le lingue mai esistite, il verbo sobobare indica anche il rumore che fece il Lord Eccelso Sanvalvwag di Hollop quando scoprì di essersi dimenticato per la seconda volta di seguito del compleanno di sua moglie. Poichè è esistito un solo Lord Eccelso Sanvalvwag di Hollop, che non si è mai sposato, il verbo è usato unicamente nelle negative e nelle ipotetiche. (...)
Curiosamente, il Dizionario omette la parola "plombescamente", che significa semplicemente "in modo plombesco".

Sapere che non ci sei più, quaggiù da noi, ma che vaghi nelle autovie dell'iperspazio alla ricerca della Domanda Finale La Cui Risposta E' Quarantadue, riempie di tristezza. Riempie di tristezza persino "Il salmone del dubbio", appena edito da Mondadori, in cui sono raccolti files strappati dall'oblio dei tuoi Mac in cui erano sepolti. Avresti potuto scrivere ancora tanto, Douglas...

Ci penso un po', leggo altre due righe, e mi viene da sobobare.

Alfonso

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