mercoledì, agosto 21, 2002

 
Ci sono un paio di cose che ho segnato nella mia "to do list" (per i non anglofoni - mi hanno spiegato - "cose da fare")

La prima è fare una "to do list", che in effetti ne sono privo.
La seconda è tentare di mantenere più o meno aggiornata la finestrella dello "sto leggendo" che appare qui a sinistra. In effetti, lì cito il bel libro di Bianconi su Fioravanti e il terrorismo di destra (puntuale, preciso, stimolante quanto diretto e atroce), sul comodino campeggia "Il collezionista" di Tibor Fisher e, nei due giorni di mezzo, dello stesso autore ho consumato con la pressione delle pupille questo:





Dedicato da Fisher a "tutti quelli che hanno combattuto (non solo nel '56, non solo in Ungheria)", la storia di un gruppo di ragazzi, giocatori di pallacanestro, nell'Ungheria del secondo dopoguerra trascina, diverte, commuove.
L'abilità di Fisher è quella di riuscire a tracciare un quadro assolutamente tragico degli anni della dittatura, e di mostrarne il lato più ridicolo (ridicolo, non comico) attraverso i gesti di un gruppo di ragazzi che non ne possono più.

"Ma cosa abbiamo fatto di male perchè gli americani non ci invadano?"

o

"Il bello di Mao, come di Marx, ma soprattutto di Lenin e Stalin, era che a un certo punto avevano detto o scritto di tutto, da "Ho ordinato una bistecca al sangue" a "L'ontogenesi ricapitola la filogenesi" a "Chattanooga Choo-Choo". E siccome della loro bocca era uscito di tutto, non si poteva sbagliare citandoli a casaccio"

Con il racconto della rivolta del '56, dell'illusione della libertà, dell'abbattimento dei simboli e delle statue, il libro traccia le pagine più toccanti e partecipi. Una vera apnea, consumata in attesa dell'inevitabile fine, storicamente conosciuta.

"Sotto il culo della rana" va letto, tutto qui. Oltretutto è in economica Mondadori, nella collana "Piccola Biblioteca Oscar", che oltre a regalare sorprese e titoli (quasi) sempre interessanti, ha il pregio non indifferente di essere spacciata a poco più di 6 euro...


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